Santuario della Madonna dello Scarpello
Stando ad un’antica tradizione, la costruzione della chiesa della Madonna dello
Scarpello risale al 22 luglio 1452.
Ancora oggi i Perastini ricordano quel giorno, con una semplice ma suggestiva cerimonia:
ogni 22 luglio tutti le imbarcazioni di Perast, colme di sassi e legate le une alle
altre per mantenere l’ordine della processione, scivolano sul mare, spinte col ritmo
solenne dei remi, lungo la costa, avviandosi verso l’isoletta della Madonna.
Questa commovente processione, straordinaria nella sua semplicità, rievoca
un secolare e faticoso processo di edificazione dell’isola in onore della Madonna
da parte dei marinai, nel mezzo di quel labirinto di golfi, stretti e canali che
sono le Bocche di Cattaro, proprio di fronte a Perast.
Il tempo ha avvolto tutto nella leggenda, e ciò che fu, appunto, opera di decenni
e di secoli, diventa nella leggenda opera di un giorno con una data precisa indicata
per celebrare la nascita di un’isola, unica al mondo, frutto di un voto.
Mentre la non lontana isola di San Giorgio, che ospita un’abbazia benedettina,
è interamente opera della natura, nel punto in cui sorge l’attuale isola artificiale
delle Madonna c’era una nuda secca rocciosa detta “Scarpel”, nome che la gente dava
e tuttora dà ad ogni forma rocciosa emersa o sommersa del medesimo massiccio sottomarino.
L’ammasso di pietre all’inizio della costruzione avvenne intorno all’originaria
punta emergente, nel punto in cui oggi è situato l’altar maggiore della chiesa.
Di qui derivò alla nuova isoletta il nome slavo di Škrpjel.
La chiesa originaria, consacrata come l’attuale all’Assunzione di Maria,
fu costruita verso la metà del XV secolo ed era di modeste dimensioni, anche perché
lo scoglio sul quale poggiava era ancora ristretto. Col passare dei secoli, continuando
l’opera di arginamento e riempimento con pietre e velieri in disarmo che venivano
affondati, la superficie dell’Isola si ampliò gradualmente, e quindi fu possibile
procedere a più ardite imprese architettoniche. Fino all’anno 1603 vennero affondate
non meno di un centinaio di navi.
L’attuale complesso risale in gran parte a un periodo successivo al 1666, considerato
il fatto che il santuario fu distrutto dal terremoto che in quell’anno distrusse
anche la città di Dubrovnik. Sul muro della casa del custode è visibile la linea
delle distruzioni causate da quel sisma, e proprio in quel punto debole della struttura
si produsse una nuova lesione anche nel terremoto del 1979.
IL corpus rettangolare della chiesa, alla quale si appoggia la casa del custode,
è di belle e semplici proporzioni, e soltanto nella fattura dei dettagli evidenzia
i propri legami con il barocco, stile che caratterizza molti palazzi dell’epoca.
In seguito, con la costruzione della cappella presbiteriale e del campanile, la
chiesa assunse un aspetto decisamente barocco. Si sa con certezza che la
cappella presbiteriale venne eretta tra il 1720 e il 1725 da un maestro locale.
Il campanile rotondo, unico nel suo genere per la sua forma, deve probabilmente
la sua architettura alla funzione difensiva che rivestiva. La sacralità dell’isola
della Madonna fu nei secoli per i Bocchesi la migliore garanzia di poter risolvere
in pace, all’ombra del santuario, le loro contese locali. Per questo motivo
venne eretta la “sala”: in quello spazio le parti in lite trovavano soluzioni eque
alle contese senza doversi rivolgere ai tribunali veneziani.