Il Serto della Montagna
Questo mondo è tiranno al tiranno
nonchè a uno spirito gentile.
Di discordie infernali è composto:
vi lottano l'anima con il corpo,
vi lotta il mare con le montagne,
vi lotta il freddo con il caldo,
vi lottano i venti con i venti,
vi lotta la bestia con la bestia,
vi lotta il popolo con il popolo,
vi lotta un uomo contro
un altro uomo,
vi lottano i giovani con le notti,
vi lottano gli spiriti con il cielo.
Il corpo geme dall'anima oppresso
e l'anima dibattesi nel corpo
il mare geme dal cielo oppresso
ed i cieli vacillano nel mare
un'onda distrugge un'altra onda
tutte e due si rompono contro la riva.
Nussun felice, nessun contento,
nessun quieto, nessun tranquillo
l'uomo non fa che beffeggiare l'uomo
scimmia che si rimira nello specchio!
Il sommo poeta montenegrino e vladika Petar Petrović Njegos compose il poema epico
"Il Serto della Montagna", celebrazione della vittoria del 1712 riportata dal vladika Danilo
sui turchi e sui montenegrini passati dalla loro parte.
Il poema, capolavoro letterario in grado di toccare corde profonde, divenne presto una sorta
di inno nazionale non solo per i montenegrni, ma anche di tutti coloro che ottavano per difendere la libertà contro
l'oppressione ottomana. I versi venivano recitati dai guerrieri montenegrini prima delle battaglie,
al suono delle gusle, strumento a corte tradizionale.