Komovi
“... Quando il mio amico Ivan Perović mi invita a lasciare la caldissima capitale
Podgorica per ristorare i pensieri, oramai fusi con il resto della testa, nella
frizzante atmosfera di Komovi (una delle cime montenegrine più alte), ho un'idea
molto vaga del luogo che visiterò. Dopo aver preso un treno nella stazione della
vecchia Titograd direzione Kolašin, vengo letteralmente scarrozzato nei pressi di
Mateševo , da una ford Escort la cui carrozzeria era rappresentata dal solo cofano
anteriore. Il paesaggio cambia ad una velocità sorprendente, inaspettata. Dall'ampia
vallata dove Podgorica giace con i suoi cinque fiumi all'esplosione di vegetazione
che lascia intravedere la cima di Komovi ad ogni curva dei tornanti di montagna.
Peja (l'autista “pazzo” della Escort) mi “consegna” nelle mani di Kumara,
praticamente una leggenda nel gruppo escursionistico Komovi. Il vero nome di
Kumara non riesco mai a ricordarlo, tanto sono abituato a chiamarlo così
(“Compare” la traduzione) e francamente penso che spesso lo dimentichi anche lui,
specie dopo essersi scolato in allegria una intera bottiglia di Rakija.
Dopo circa un'ora di cammino raggiungiamo il campo-base posto ai 700 metri incontrando,
di tanto in tanto, le tipiche abitazioni di legno dove i pastori dimorano nei periodi
della transumanza. Poco più di un'ora e mezza da Podgorica e mi sembra di camminare
in sentieri alpini lontani migliaia di chilometri da qui. Incontro e saluto il mio
caro amico Ivan e mi sistemo nella tenda canadese dopo essermi rifocillato con dell'ottimo
SLATKO, una sorta di confettura di lamponi tipica Jugoslava, dal sapore
sublime. Il campo-base è situato sull'altopiano che rappresenta l'ultimo lembo di
verde prima della neve perenne e le rocce della brulla montagna. Passiamo la notte
intorno al fuoco cantando canzoni tradizionali jugoslave (in tal caso il mio apporto
è pressoché trascurabile), mangiando salsicce e bevendo birra (in bottiglie di plastica!?
Sicuramente una delle poche cose che non condivido) e l'immancabile Rakija.
Sono diventato, praticamente, l'attrazione principale del gruppo, oltre ad essere
l'unico straniero, infatti, la consueta accoglienza montenegrina è accresciuta dal
grandissimo rispetto che queste persone hanno per gli Italiani. E questo mi rende
molto onore. Vado a dormire molto stanco, ho iniziato la giornata con degli appuntamenti
di lavoro giù nel caldo della capitale e adesso sto iniziando a godere le mie vacanze
nell'aria fresca delle serate di montagna. Il risveglio all'alba sotto il monte
Komovi è uno di quei momenti che ti riconciliano con il resto dell'umanità... aria
frizzante, uccellini fischiettanti, sole splendente e il dobro jutro
è completo. Iniziamo la scalata verso la cima alle 7.30 circa, un po' in ritardo
rispetto al programma ma nema problema, l'importante è avere un cappello che ti
copra dal sole, che anche a queste altezze d'estate è molto caldo. Ovviamente l'unico
senza copricapo ero io! La scalata è più faticosa di quanto prevedessi (intendiamoci
io sono nato e vissuto sul mare e mi muovo dunque con la leggerezza di un elefante)
e spesso il resto del gruppo è costretto a rallentare per aspettarmi. Nel frattempo
siamo circondati da una natura incredibile. Qui comanda il silenzio degli spazi
immensi (si domina quasi tutto il paese e l'Albania è lì a portata di sguardo).
L'unico rumore estraneo alle nostre voci è datro dal fruscio di foglie e dal batter
d'ali di uccelli. Lo scenario è di una bellezza da rendere impossibile la descrizione
(anche le foto che avevo visto prima di arrivare non rendono giustizia alla potente
natura di questo luogo). Sorprendente Montenegro. Arriviamo in cima dopo circa quattro
ore di scalata e ci godiamo un momento di pausa estasiata dalla magnifica vista.
Iscriviamo i nostri nomi nel registro degli scalatori posto sotto la vecchia croce
rovinata dal tempo e dai venti. Dopo aver cantato e ballato (anche a 2848 metri
d'altezza), ricominciamo la discesa con una carica maggiore data dall'obiettivo
raggiunto. Incredibile Montenegro”.
Pasquale Giordano
direttore marketing Arda Software
Questo te lo avevano raccontato?