Mitopoiesi: gli ultimi anni
Anche durante l’epoca comunista, nonostante lo sviluppo della storiografia
che ha applicato una visione marxista che pretendeva d’essere scientifica, il nuovo
regime si è servito della mitopoietica, gli eroi della lotta partigiana venivano
decantati nei poemi epici che usavano lo stile e la metrica della poesia orale e
quella di Njegos, paragonati agli eroi delle guerre contro i turchi. Questi
poemi, sempre accompagnati dalla musica monotona di gusle, sono molto popolari tra
la popolazione, soprattutto quella contadina con un basso livello d’istruzione.
Quando Milošević ha assunto il potere in Serbia ed ha portato al potere nel Montenegro
gli uomini di sua fiducia mettendo la piccola repubblica sotto il proprio controllo,
la poesia epica ha avuto un ruolo importante per diffondere il sentimento
panserbo tra la popolazione; Milošević (di origini montenegrine) chiamato vozd (duce)
come Karagiorge, il capo della prima rivolta serba del 1804, e i suoi alleati montenegrini
erano decantati in nuovi poemi.
Cominciata la guerra, i suoi protagonisti, come Karadzic (anche lui poeta), Arkan
(ambedue d’origini montenegrine) e Mladic diventano i nuovi eroi delle guerre contro
i turchi (come venivano chiamati i musulmani di Bosnia) e contro i croati e gli
albanesi.
Dopo la rottura tra Djukanovic e Milošević e la spaccatura del paese tra gli indipendentisti
ed i filoserbi, ambedue le parti si servivano di poeti e cantanti che hanno rispolverato
i vecchi miti, gli uni quelli del ciclo del Kosovo e del Montenegro come Sparta
serba, e gli altri del Montenegro mai domato da nessuna forza straniera e
orgoglioso dalla sua libertà ed indipendenza.
Ambedue le parti usavano la poesia di Njegos, interpretandola in diverse chiavi
ideologiche e politiche. Anche i poeti moderni si schierano, proponendosi come leaders
ideologici dei due schieramenti; fra i filoserbi il più importante é Matija Beckovic
(nato nel Montenegro ma abitante a Belgrado da circa 50 anni), e tra gli indipendentisti
Jevrem Brkovic. Mentre il prima nega l’esistenza della nazione montenegrina
come invenzione dei nemici della serbità (islamici, comunisti, massoni, fasciti,
cattolici ecc) e considera gli indipendentisti come traditori e rinnegati, il secondo
risponde chiamando i serbi oppressori, aggressori ecc. Brkovic ha provato a controbilanciare
il mito dell’impero medievale serbo dei Nemanjic creando il mito neoromantico del
primo stato montenegrino, la Duklja della dinastia di Vojisavljević, ed è
anche il fondatore dell’Accademia di Duklja.
Prof. Antun Sbutega
Lezioni tenute presso l'Università La Sapienza di Roma