Storia fino al XVI secolo
Il territorio dell’attuale Montenegro era abitato nell’Evo antico dagli illiri
che nel IV secolo a.C. formarono uno stato con capitale Scutari; nel 229 a.C. Roma cominciò le guerre illiriche finite
nel 168 a.C. con la conquista dell’area, in seguito romanizzata.
Nel 395 d.C. la frontiera tra l’impero d’Oriente e di Occidente divise il Montenegro
in due e dopo il crollo dell’impero occidentale l’intero territorio passò sotto
il controllo di Bisanzio. Nel VI- VII secolo giunsero gli slavi che invasero
il territorio; solo le città sulla costa rimasero sotto il controllo bizantino.
La lenta cristianizzazione degli slavi si verificò tra il VII e il X secolo, mentre
nel IX secolo gli arabi attaccarono le città costiere. Nel X secolo il paese
ottenne un’autonomia sotto Bisanzio; il primo principe conosciuto è Vladimir. Nel
997 il paese subì un attacco dello zar bulgaro macedone Samuilo, di cui divenne
vassallo.
Nel 1042 il principe Vojislav, dopo una rivolta contro Bisanzio, ottenne
l’indipendenza. Suo figlio Mihailo allargò i confini verso la Serbia e la Bosnia
e ricevette nel 1077 la corona da papa Gregorio VII. Il primo stato montenegrino
si chiamava Duklja ( Doclea). Dopo la morte del secondo re Bodin, lo stato si destabilizzò
a causa delle lotte per il trono e delle guerre civili. Nella seconda metà del XII
secolo si rafforzò la Serbia che nel 1189 riuscì a conquistare la Duklja.
Il paese, che cominciò ad essere chiamato Zeta, rimase inglobato nello stato serbo
dei Nemanjić fino al 1360. Dopo più di un secolo e mezzo di continua espansione,
lo stato serbo raggiunse l’apogeo sotto Dušan che si proclamò zar (imperatore) nel
1346. Questo stato si disintegrò dopo la sua morte nel 1355. Il Montenegro acquistò
l’indipendenza sotto la
dinastia Balsić (1360-1421).
Alla fine del XVI secolo Venezia si impossessò delle città costiere (Kotor, Budva,
Bar e Ulcinj). I turchi penetrarono nei Balcani sconfiggendo i serbi
nel 1371 a Mariza e nel 1389 nel Kosovo. Balsa II Balsić morì nel 1385 nella battaglia contro i turchi
vicino a Berat. Nel 1421 l’ultimo dei
Balsić non avendo eredi lasciò il paese allo zio, il despota serbo Stefan Lazarević.
Dopo un periodo di scontri tra l’esercito serbo da una parte e i veneziani e i montenegrini
dall’altra guidati dai membri della famiglia Crnojević, Stevan Crnojević (1451- 1464) diventò
il signore di Zeta (che in quest’epoca comincia ad essere chiamata Montenegro) e
riconobbe la sovranità di Venezia. Gli scontri con i serbi continuarono fino al
1459, quando la Serbia venne conquistata dai turchi. Altri principi della dinastia Crnojević continuarono a collaborare con
Venezia tentando di evitare l’invasione ottomana del paese.
Infine nel 1496 il paese fu definitivamente conquistato dai turchi, eccetto
il litorale che continuò ad essere parte della Repubblica di Venezia fino al 1797
(e in seguito dell’impero d’Austria fino al 1918).
I turchi controllavano le città e le valli, mentre montenegrini si rifugiarono
nelle montagne; gli ottomani concessero una grande autonomia al paese, senza
introdurre il sistema feudale ottomano e si doveva pagare solo una tassa, il filur
(un fiorino per famiglia), prevista per i nomadi valacchi. La metropoli ortodossa
di Cetinje, unica istituzione
montenegrina sopravvissuta, conservò i beni e i privilegi. I montenegrini si organizzarono
in tribù, composte a sua volta da clan. Per la parte continentale del paese sotto
i turchi fu di grande importanza il territorio veneziano sul litorale (Bocche di Cattaro).
Questo territorio, divenne l’estrema frontiera dell’Europa occidentale cristiana,
riuscì a conservare la sua identità cattolica (nonostante la presenza sempre più
numerosa di ortodossi) e sviluppò un florido commercio marittimo, una flotta mercantile
composta di centinaia di velieri ed ebbe un notevole sviluppo culturale seguendo
i modelli occidentali. Inoltre le
Bocche sono state un importante centro per le missioni cattoliche nei Balcani.
Prof. Antun Sbutega
Lezioni tenute presso l'Università La Sapienza di Roma