Etnogenesi
Nell’Evo antico il territorio dell’attuale Montenegro è abitato dagli illiri,
con gli empori greci nella città sulla costa. Dopo la conquista romana
si insediano molti romani e una parte della popolazione indigena viene romanizzata,
ma gli illiri rimangono dominanti.
Nella seconda parte del VI secolo il paese viene invaso dalle tribù slave
e nella prima meta del VII secolo arrivano nei Balcani serbi e i croati.
I serbi e i croati, secondo alcuni studiosi, sono di origini iraniane in seguito
slavizzati; in ogni caso si tratta di tribù guerriere che hanno stabilito il loro
dominio su altre tribù slave prive di un’identità specifica. Non ci sono documenti
dell’epoca che ci testimoniano la situazione in Duklja. Gli scritti che trattano
l’argomento sono alcuni secoli posteriori all’insediamento degli slavi (“De Aministrando
Impero” di Costantino Porfirogenito X secolo , “La Cronaca del prete di Doclea”
XII secolo , “La Cronaca Salonitana” dell’Arcidiacono Tommaso XIII secolo). Secondo
Porfirogenito i serbi si sono stabiliti nella regione del attuale Sangiaccato di
Novi Pazar (Rascia) in alcune zone della Bosnia ed Erzegovina (Travunija e
Zahumlje) e anche in Dalmazia (Pagania e Konavli). croati si sono insediati in
Slavonia e in Dalmazia e in una parte della Bosnia ed Erzegovina. Porfirogenito
non specifica però chi si è insediato sul territorio del Montenegro.
Invece la Cronaca del prete di Doclea parla di un mitico regno slavo
che in seguito viene diviso tra la parte continentale e il litorale e infine anche
il litorale fu diviso in Dalmazia Inferiore (settentrionale) e quella Superiore
(meridionale) chiamata anche la Croazia Rossa che comprendeva il territorio montenegrino.
Altri scrittori bizantini indicano la presenza dei croati nel Montenegro o confondono
i serbi e i croati (scrivendo “serbi o croati”). Così non esiste nessuna prova
storica per sostenere che nel Montenegro si erano insediati i serbi. Gli abitanti
del primo stato montenegrino ( Doclea – Dioclea – Duklja) venivano sempre nominati
come i docleati (dukljani) o semplicemente come slavi, mai come serbi.
Quello che è verosimile è che il Montenegro (Doclea – Duklja) è stato invaso
dalle tribù slave senza una precisa identità e che nella seconda ondata i croati
si sono insediati sulla costa, mentre alcune tribù serbe erano presenti nella
parte settentrionale e nord occidentale confinante con le zone dove si erano stabiliti
i serbi. La popolazione slava si mescolava con illiri, romani, albanesi e valacchi
(una numerosa popolazione romanizzata di origini incerte che aveva evitato la slavizzazione).
Le fonti venete fino al XVIII secolo nominano spesso gli abitanti delle montagne
dinariche come valacchi o come morlacchi (valacchi neri). Gli antichi abitanti
slavi delle Bocche
di Cattaro si considerano croati.
Nonostante la conquista serba del 1189 abbia influenzato molto la cultura e la religione,
introducendo l’ortodossia, nel Medioevo non esisteva ancora un sentimento nazionale
(in senso moderno) e non ci sono prove che la composizione etnica era radicalmente
cambiata.
In seguito alla conquista ottomana anche le fonti turche chiamano spesso gli abitanti
del Montenegro vlasi (valacchi) o karavlasi (valacchi neri). Inoltre essi si mescolavano
molto con gli albanesi (sembra discendenti degli illiri) e molte tribù montenegrine
rivendicavano come loro capostipiti principi o magnati albanesi.
Con la ricostruzione del patriarcato ortodosso serbo nel 1557 la metropoli
ortodossa montenegrina ne faceva parte fino al 1766 e cosi gli ortodossi montenegrini,
a prescindere dalle loro origini etniche, cominciano ad essere indicati nelle fonti
veneziane e in quelle della chiesa cattolica anche come scismatici serbi
(“serviani o rasciani”) e a volte anche come scismatici greci .
Quando alla fine del XVII e nel XVIII secolo i vladika della dinastia Petrovic hanno formato uno
stato autonomo nella regione chiamata il Vecchio Montenegro, cominciavano
a sostenere le radici serbe proclamandosi gli eredi, non solo del principato montenegrino
di Balsić e Crnojević,
ma anche dell'impero serbo degli Nemanjic, l’unica parte mai domata dai turchi.
Influenzati dalle idee slavofile croate usavano anche il termine slavi (o illiri),
ma sempre più spesso slavo-serbi, per sottolineare la differenza tra gli slavi ortodossi
e i croati cattolici.
Il vladika poeta Petar II Petrovic Njegos nelle sue opere sostiene fortemente
che i montenegrini sono l’elitè serba. Questa tesi viene sostenuta anche del
re Nikola, che aveva le pretese di diventare il sovrano di un vasto stato
che doveva comprendere la Serbia ed altri territori circostanti che appartenevano
ancora all’impero ottomano.
Così nell’epoca della formazione dell’identità nazionale i montenegrini,
invece di svilupparne una propria, scelsero quella serba.
Prof. Antun Sbutega
Lezioni tenute presso l'Università La Sapienza di Roma